Service Learning: una proposta pedagogica

“Apprendere serve… servire insegna” (I. Fiorin)

Uno dei progetti che più abbiamo amato e in cui abbiamo fortemente creduto è “Il paese che vorrei”, punto di arrivo di un percorso triennale che ha visto i bambini e le bambine della scuola prendere coscienza del loro “essere cittadini” attraverso progetti ed attività sviluppati con e sul territorio. Si tratta di un percorso che si propone come “educazione civica sul campo” in cui i bambini hanno potuto imparare dall’osservazione e dallo scambio diretto, per apprezzarne i luoghi in cui si vive, impreziosirli con le relazioni quotidiane ed averne cura.
L’obiettivo è stato quello di promuovere la conoscenza del territorio e di tutte le sue componenti, educando i bambini e le famiglie a compiere quei piccoli gesti di vita quotidiana che aiutano a tutelare l’ambiente, la propria incolumità e la vivibilità di un paese perché è solo dopo aver instaurato un legame affettivo con il proprio territorio ed acquisito consapevolezza della rete di relazioni esistenti, che bambine e bambini potranno elaborare proposte per la creazione di una città sostenibile da un punto di vista ambientale, urbanistico, sociale e culturale.
Da qui la scelta di realizzare un vero e proprio laboratorio di Service Learning.
La pedagogia del Service Learining unisce il Service (la cittadinanza, le azioni solidali e il volontariato per la comunità) e il Learning (l’acquisizione di competenze professionali, metodologiche, sociali e soprattutto didattiche), affinché gli allievi possano sviluppare le proprie conoscenze e competenze attraverso un servizio solidale alla comunità.
Il Service Learning favorisce lo sviluppo di comportamenti pro-sociali quali l’aiuto, il servizio, la condivisione, l’empatia, il prendersi cura dell’altro, la solidarietà.
I bambini sono protagonisti ATTIVI in tutte le fasi del progetto.

È compito peculiare di questo ciclo scolastico porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva….attraverso esperienze significative…
(Indicazioni Nazionali e Nuovi scenari D.M 16/11/2017)

Fasi del progetto

  1. I bambini hanno scritto una lettera al sindaco invitandolo a scuola per parlare del progetto
  2. Il Sindaco è venuto a scuola, ha ascoltato i bambini e ha firmato ad ognuno la carta di identità (che ogni bambino si è costruito) perché “così se andiamo in giro per il paese e i vigili ci fermano è tutto a posto!”
  3. I bambini hanno effettuato delle uscite nel territorio e hanno rilevato alcune criticità, soprattutto per quanto riguarda le condizioni in cui versa il parco giochi: cartacce e bottiglie per terra, giostrine rotte, i bisogni dei cani in mezzo al parco e sulle giostrine…
  4. I bambini pensano a come fare per migliorare la situazione e nascono proposte interessanti: “Secondo me bisogna scrivere le regole per stare al parco”, “Bisogna disegnarle le regole, così le capiscono anche quelli che non sanno leggere”…
  5. I bambini scrivono al Sindaco per esporre le loro idee e il Sindaco li invita in Comune
  6. I bambini vanno dal Sindaco, espongono le loro idee e mostrano i loro progetti: essi infatti hanno progettato una panchina da colorare e mettere nel parco e il cartello delle regole da esporre nel parco
  7. Il Sindaco accetta e tutto culmina nella festa di fine anno in cui viene inaugurata la nuova area del Parco Giochi, con le giostre aggiustate, l’istallazione della panchina colorata dai bambini e l’affissione del cartello delle regole disegnate dai bambini. In tale occasione i bambini cantano l’INNO DEL PAESE che hanno inventato insieme alle maestre, sulla base della canzone Heal The World di M. Jackson.